Associazione tra alterazioni posturali e cefalee di interesse fisioterapico. Revisione sistematica.

Università degli Studi di Genova
Scuola di Scienze Mediche e Farmaceutiche
Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili

Master in Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici
A.A. 2016/2017
Campus Universitario di Savona

Candidati: Dott. FT Michele Casarano Dott. FT Giovanni Fantozzi
Relatore: Dott FT OMT Luca FALSIROLI MAISTRELLO

ABSTRACT

  • Background: Le cefalee sono disturbi comuni e uno dei problemi che maggiormente si riscontrano nella pratica clinica. Tra tutti i tipi di cefalee, l’emicrania (MH), la cefalea miotensiva (TTH) e la cefalea cervicogenica (CeH) sono quelle con maggiore prevalenza nell’adulto e presentano un elevato impatto socio-economico in termini di giorni di assenza dal lavoro e di disabilità psico-fisica. Spesso nella pratica clinica si ritiene che vi sia una relazione tra le alterazioni della postura di capo e collo e la presenza di tali forme cefaliche.
  • Obiettivi: Indagare se vi sia una reale evidenza sulla relazione fra alterazioni posturali ed insorgenza di cefalee di interesse fisioterapico e fare il punto sullo stato delle conoscenze attuali presenti a riguardo.
  • Metodi: È stata condotta una revisione sistematica della letteratura sulla banca dati elettronica MEDLINE. Verrà incluso ogni studio primario (studi cross-sectional, prospettici e caso-controllo), pubblicati fino a Maggio 2018, in inglese e in italiano. La popolazione è con età ≥ 18 senza distinzioni di genere.
  • Risultati: Sono stati inclusi 18 studi osservazionali: 16 studi cross-sectional controllati e 2 privi di controllo. Di questi, 8 parlano selettivamente dell’emicrania (MH), 7 della cefalea di tipo tensivo episodica o cronica (E/CTTH), 1 sia di MH che TTH, 1 studio tratta esclusivamente delle alterazioni posturali in relazione alla cefalea cervicogenica (CeH), mentre l’ultimo analizza sia MH che CeH. La maggior parte dei lavori prende in esame l’angolo cranio-vertebrale come indicatore della postura del soggetto. Diversi autori hanno rilevato che nei pazienti con emicrania e con cefalea di tipo tensivo l’angolo cranio-vertebrale tende a diminuire. I pazienti con MH e TTH (episodica o cronica) presentano quindi un’aumentata Forward Head Posture (FHP), ovvero un atteggiamento in protrazione più importante. I pochi lavori inerenti la cefalea cervicogenica non permettono di dimostrare alcuna relazione significativa fra variazione della postura e insorgenza del mal di testa. Pochi sono invece gli studi che correlano le caratteristiche cliniche della cefalea (frequenza, durata e intensità) con un’alterata postura.
  • Conclusioni: Dall’analisi dei vari studi si è notato sia nei pazienti con MH, sia nei pazienti con TTH un aumento della FHP. Inoltre si è visto che all’aumentare dell’atteggiamento in protrazione corrisponde un quadro cefalalgico con caratteristiche di frequenza maggiori. Non vi è però una chiara significatività statistica e ad oggi non è possibile affermare con certezza l’esistenza di una relazione causale fra postura e cefalea. Non è evidente inoltre alcun rapporto importante fra postura e cefalea cervicogenica. Un limite importante del lavoro è rappresentato dalla tipologia di studi analizzata. Gli studi cross-sectional non permettono di determinare una relazione forte causa-effetto. Alla luce di ciò sono necessari ulteriori studi.

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